La collaborazione coordinata e continuativa è uno strumento utilizzato da molte società per instaurare un rapporto di lavoro libero e flessibile. In un’epoca in cui la globalizzazione, lo smart working e la tendenza a gestire il rapporto nei team di lavoro in modo autonomo, questa forma di collaborazione sta tornando alla ribalta.
Nel corso degli anni, dal 1995 ad oggi sono state numerose le modifiche che hanno attraversato l’inquadramento di questa figura. Molti gli abusi nell’utilizzo di questa formula e le restrizioni operate con provvedimenti normativi, con il fine di evitare che dietro un rapporto di Co.Co.Co. si nascondesse un rapporto di lavoro dipendente.
Perché gli imprenditori preferiscono la collaborazione coordinata e continuativa al rapporto di lavoro dipendente?
Questo avviene soprattutto nel settore dei servizi, la motivazione di questa preferenza è nel minor costo per oneri previdenziali e, soprattutto, nella possibilità di garantire minori tutele al collaboratore, svincolando l’azienda da richieste future di qualsiasi tipo.
La sensibilità odierna alle tutele del rapporto di lavoro, una maggiore aderenze del modello delle collaborazioni coordinate e continuative a quello del lavoro dipendente e una impostazione resa ormai stabile dalla evoluzione della disciplina negli ultimi dieci anni, hanno ridotto questo fenomeno e negli ultimi tempi si tende ad utilizzare lo strumento in modo più aderente a quelli che sono i suoi principi istitutivi.
Vediamo in dettaglio come funzionano oggi i rapporti di Collaborazione coordinata e continuativa.
Le Co.Co.Co sono un rapporto di lavoro tra due soggetti, committente e prestatore, che si caratterizza dall’obbligo di svolgere una prestazione lavorativo in modo prevalentemente personale e continuativo sotto il coordinamento del committente.
La Collaborazione coordinata e continuativa è un rapporto di lavoro autonomo o lavoro dipendente?
La Co.Co.Co. si distingue da entrambe le forme di lavoro e si colloca in mezzo a queste tipologie, più lavoro autonomo che dipendente.
Quali sono le caratteristiche che rendono genuina questa forma di rapporto di lavoro?
- il carattere prevalentemente personale della prestazione lavorativa;
- il carattere continuativo della prestazione lavorativa;
- il coordinamento con l’organizzazione del committente.
Quali sono le formalità per instaurare un rapporto di collaborazione?
Esistono due sostanziali passaggi perché questo rapporto possa prendere avvio, la redazione e sottoscrizione del contratto di collaborazione e la comunicazione preventiva obbligatoria.
Gli aspetti peculiari che caratterizzano questi due passaggi sono i seguenti:
- decorrenza e durata del rapporto di collaborazione
- la definizione del perimetro del coordinamento
- il compenso concordato
- l’invio entro le ventiquattro ore precedenti dell’inizio del rapporto di collaborazione agli enti aditi
Da un punto di vista previdenziale e assicurativo il collaboratore ha l’obbligo di iscriversi alla gestione separata inps ed all’inail. In entrambi i casi subirà una trattenuta e, quindi, parteciperà al versamento delle somme agli istituti di previdenza e sicurezza sociale pro quota.
Da un punto di vista fiscale i redditi sono assimilati a quelli di lavoro dipendente e subiscono il medesimo trattamento.
Prima di stipulare un contratto di collaborazione coordinata e continuativa le società e mettere in atto questo rapporto di lavoro, bisogna approfondire le caratteristiche dell’attività che si intende svolgere e verificare che le prestazioni lavorative non siano organizzate dal committente con riferimento ai tempi e luogo di lavoro.
Cosa succede se il Collaboratore coordinato e continuativo viene organizzato dal committente che decide tempi e luoghi di lavoro?
Potrebbe scattare al presunzione di subordinazione con conseguente riqualificazione del rapporto di lavoro in lavoro dipendente, con tutte le conseguenze del caso da un punto di vista del recupero previdenziale e sanzionatorio.
In questo caso per difendersi la società a responsabilità limitata committente ha uno strumento nelle commissioni abilitate dalla legge alla certificazione dell’assenza dei requisiti di etero organizzazione.
Con la certificazione preventiva sarà possibile scongiurare il rischio di una contestazione successiva che, oltre dagli organi pubblici di controllo, potrà essere sollevata anche dal prestatore d’opera, che potrebbe avere un interesse a un inquadramento da lavoratore subordinato che gli garantirebbe una posizione lavorativa più sicura.
Dottore commercialista at Proclama SPA
Dottore Commercialista, CEO & founder di Proclama SpA tra professionisti
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