Il 4 luglio 2024 è stata convertita in legge (n. 95/2024) una nuova misura volta a incentivare l’autoimpiego giovanile nelle regioni del Centro e del Nord Italia. Questa iniziativa, introdotta con il cosiddetto "Decreto Coesione", si affianca al già noto programma "Resto al Sud 2.0" e mira a stimolare l’imprenditorialità e il lavoro autonomo tra i giovani under 35 in condizioni di svantaggio occupazionale.
Ma cosa prevede esattamente questa nuova misura? Quali sono i requisiti per accedervi e quali agevolazioni offre? In questo articolo analizzeremo nel dettaglio tutti gli aspetti di questo nuovo strumento di sostegno all’autoimpiego, la cui attuazione è prevista a partire da settembre 2024.
I destinatari della misura
Il primo aspetto da chiarire riguarda i potenziali beneficiari di questi nuovi incentivi. La norma si rivolge ai giovani con meno di 35 anni che rientrino in almeno una delle seguenti categorie:
Soggetti in condizione di marginalità, vulnerabilità sociale o discriminazione, come definite dal Piano nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-2027
Inoccupati, inattivi e disoccupati
Disoccupati beneficiari del programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL)
L’obiettivo è quindi quello di sostenere l’avvio di attività autonome da parte di giovani che si trovano in situazioni di particolare difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. La misura punta così a trasformare situazioni di potenziale esclusione sociale in opportunità di autoimpiego e creazione di valore economico.
Le forme giuridiche ammesse
Un altro aspetto importante riguarda le tipologie di attività che possono beneficiare degli incentivi. La norma prevede il sostegno all’avvio di:
Attività di lavoro autonomo
Attività imprenditoriali
Attività libero-professionali
Queste possono essere avviate sia in forma individuale che collettiva. Nel dettaglio, sono ammesse le seguenti forme giuridiche:
Apertura di partita IVA individuale
Costituzione di impresa individuale
Società in nome collettivo
Società in accomandita semplice
Società cooperativa
Società tra professionisti
È importante sottolineare che sono incluse anche le attività che prevedono l’iscrizione ad ordini o collegi professionali. Questo apre interessanti opportunità per i giovani che intendono avviare studi professionali o attività di consulenza specialistica.
Nel caso di forme societarie, possono partecipare all’impresa anche soggetti diversi dai beneficiari diretti della misura. Tuttavia, il controllo e l’amministrazione della società devono rimanere in capo ai giovani under 35 che rientrano nelle categorie ammesse.
L’ambito territoriale di applicazione
Un elemento distintivo di questa nuova misura è il suo focus sulle regioni del Centro e del Nord Italia. L’obiettivo è infatti quello di complementare il programma "Resto al Sud", rivolto invece alle regioni meridionali.
Nello specifico, gli incentivi si applicano alle attività localizzate in tutti i territori diversi da quelli già coperti da "Resto al Sud", ovvero:
Valle D’Aosta
Toscana
Liguria
Trentino-Alto Adige
Friuli Venezia Giulia
Marche
Emilia-Romagna
Umbria
Lazio
La misura copre quindi tutte le altre regioni italiane, offrendo così nuove opportunità di sostegno all’autoimpiego giovanile in aree finora non interessate da interventi analoghi.
Le agevolazioni previste
Veniamo ora al cuore della misura: le agevolazioni economiche previste per sostenere l’avvio delle nuove attività. Il decreto introduce tre diverse tipologie di incentivi, tra loro alternative:
1. Voucher di avvio
Si tratta di un contributo a fondo perduto, non soggetto a rimborso, utilizzabile per l’acquisto di beni, strumenti e servizi necessari all’avvio dell’attività. L’importo massimo del voucher è di:
30.000 euro in generale
40.000 euro nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o finalizzati alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico
Questa opzione risulta particolarmente interessante per chi ha necessità di effettuare investimenti iniziali contenuti, potendo contare su un contributo a fondo perduto di entità significativa.
2. Contributo a fondo perduto del 65%
Per progetti di investimento più strutturati, con spese fino a 120.000 euro, è previsto un contributo a fondo perduto pari al 65% del programma di spesa. Ciò significa che, su un investimento di 120.000 euro, il contributo pubblico può arrivare a 78.000 euro.
3. Contributo a fondo perduto del 60%
Per programmi di spesa di importo superiore, compresi tra 120.000 e 200.000 euro, il contributo a fondo perduto è del 60%. In questo caso, su un investimento massimo di 200.000 euro, l’agevolazione può raggiungere i 120.000 euro.
È importante sottolineare che queste tre opzioni sono alternative tra loro: il beneficiario dovrà scegliere quella più adatta al proprio progetto imprenditoriale.
Inoltre, gli incentivi vengono erogati in regime "de minimis", nel rispetto quindi dei massimali previsti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato.
Cumulabilità con altri sostegni al reddito
Un aspetto interessante della misura riguarda la possibilità di cumulare gli incentivi con altre forme di sostegno al reddito. In particolare:
I beneficiari di NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) iscritti al programma GOL possono richiedere l’erogazione del trattamento di disoccupazione in un’unica soluzione, da utilizzare come capitale iniziale per l’avvio dell’attività finanziata
I beneficiari del Supporto per la Formazione e il Lavoro possono mantenere l’indennità percepita, rendendola compatibile con gli incentivi all’autoimpiego
Queste previsioni mirano a facilitare ulteriormente il passaggio da situazioni di disoccupazione o inattività all’avvio di un’attività autonoma, fornendo un "ponte" di sostegno al reddito nella fase iniziale.
Le iniziative finanziabili
Ma quali sono concretamente le tipologie di attività che possono beneficiare di questi incentivi? Il decreto lascia ampia libertà di scelta, non ponendo particolari vincoli settoriali. Sono quindi potenzialmente ammissibili attività nei più svariati ambiti:
Commercio al dettaglio e all’ingrosso
Artigianato
Servizi alle imprese e alle persone
Turismo e ristorazione
Attività professionali e di consulenza
Produzione manifatturiera
Agricoltura e agroalimentare
Servizi digitali e ICT
Economia creativa e culturale
L’importante è che si tratti di nuove iniziative, avviate da giovani under 35 rientranti nelle categorie ammesse, localizzate nelle regioni del Centro-Nord.
Un’attenzione particolare sembra essere riservata alle attività innovative e ad alto contenuto tecnologico, come evidenziato dal maggior importo del voucher previsto per l’acquisto di beni e servizi innovativi e digitali. Ciò lascia intendere una volontà di stimolare la nascita di startup e imprese innovative guidate da giovani.
Il percorso di accesso agli incentivi
Come funzionerà concretamente l’iter per accedere a queste agevolazioni? Il decreto prevede le seguenti fasi
Erogazione di servizi di formazione e accompagnamento alla progettazione preliminare, definiti su base territoriale e in accordo con le Regioni interessate
Attività di tutoraggio per supportare i beneficiari nell’avvio e nello svolgimento dell’attività
Concessione degli incentivi economici veri e propri (voucher o contributi a fondo perduto)
Particolare enfasi viene posta sulle attività di formazione, orientamento e accompagnamento, segno della volontà di fornire ai giovani non solo un sostegno economico, ma anche le competenze e il supporto necessari per avviare con successo la propria attività.
È previsto inoltre un forte coinvolgimento dei servizi per l’impiego territoriali, delle Camere di Commercio e degli sportelli regionali per le imprese nell’attività di promozione e divulgazione della misura.
Tempistiche e risorse
Il decreto prevede l’emanazione entro 90 giorni (quindi entro inizio settembre 2024) di un decreto attuativo del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministro per gli Affari Europei e il Ministro dell’Economia. Tale decreto definirà nel dettaglio:
Termini e modalità di presentazione delle domande
Criteri di valutazione dei progetti
Procedure di erogazione degli incentivi
Per quanto riguarda le risorse finanziarie, la norma stanzia
30,5 milioni di euro per il 2024
274,5 milioni di euro per il 2025
Si tratta quindi di una dotazione significativa, che lascia presagire la possibilità di finanziare un numero consistente di nuove iniziative imprenditoriali giovanili.
Prospettive e opportunità
Questa nuova misura rappresenta senza dubbio un’interessante opportunità per i giovani che intendono avviare un’attività autonoma nelle regioni del Centro-Nord Italia. I punti di forza principali sembrano essere:
L’entità significativa degli incentivi, con contributi a fondo perduto che possono arrivare fino a 120.000 euro
La flessibilità nelle forme giuridiche ammesse, che spaziano dalla partita IVA individuale alle società di capitali
L’attenzione alla formazione e all’accompagnamento, oltre al mero sostegno economico
La possibilità di cumulo con altre forme di sostegno al reddito
Il focus su innovazione e digitalizzazione
Naturalmente, molto dipenderà dalle modalità attuative che verranno definite nel decreto di settembre. Sarà importante verificare, ad esempio:
I criteri di valutazione dei progetti, per comprendere quali iniziative avranno maggiori possibilità di essere finanziate
Le procedure di erogazione, auspicabilmente snelle e rapide
Le eventuali limitazioni o vincoli non esplicitati nella norma generale
In ogni caso, si tratta di una misura che merita grande attenzione da parte dei giovani con ambizioni imprenditoriali. Nei prossimi mesi sarà fondamentale seguirne gli sviluppi, in vista dell’apertura dei termini per la presentazione delle domande.
L’auspicio è che questa nuova forma di sostegno all’autoimpiego possa effettivamente stimolare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali guidate da giovani, contribuendo così a rivitalizzare il tessuto economico delle regioni del Centro-Nord e a creare nuove opportunità di lavoro qualificato.


