Startup innovative: focus sui requisiti soggettivi per imprenditori e potenziali imprenditori
Dopo aver analizzato i requisiti oggettivi delle startup innovative, concentreremo ora la nostra attenzione sui requisiti soggettivi, senza dubbio ancor più rilevanti per gli imprenditori e i potenziali imprenditori. Quali sono questi requisiti e come riconoscerli? Scopriamolo insieme in questo approfondimento, analizzando le specifiche indicazioni fornite dal Ministero dello Sviluppo Economico e le relative modalità di verifica attraverso l’autocertificazione.

Requisiti soggettivi delle startup innovative: quali sono?
Per essere considerata innovativa, secondo quanto riportato sul portale del MISE, una startup deve rispettare almeno uno tra i seguenti tre criteri:
spese in ricerca e sviluppo (R&S) pari almeno al 15% del maggiore valore tra fatturato e costi della produzione;
impiego di personale altamente qualificato (almeno il 1/3 con laurea magistrale o equivalente, o almeno il 2/3 con laurea triennale);
titolarità o licenza per un’innovazione tecnologica (brevetto, programma per elaboratore o modello topografico di prodotto semiconduttore).
Da notare che è necessario rispettare almeno uno di questi criteri non solo durante la fase di iscrizione al registro delle startup innovative, ma anche successivamente, attraverso la convalida annuale in seguito all’approvazione del bilancio.
Focus sul primo requisito soggettivo: le spese di ricerca e sviluppo
Le spese di R&S rappresentano forse il criterio più noto tra quelli soggettivi. Secondo il portale del MISE, queste spese devono essere pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato annuo e costi della produzione. Tuttavia, è importante sottolineare che la normativa fa riferimento al "valore della produzione", un termine più specifico rispetto al generico "fatturato".

Le spese di ricerca e sviluppo sono un elemento chiave per definire una startup come innovativa, ma è fondamentale capire esattamente cosa queste spese rappresentino.
Per comprendere meglio cosa si intende per spese di R&S, possiamo fare riferimento all’autocertificazione che va presentata ogni anno per il mantenimento e l’iscrizione al registro speciale delle startup innovative, oltre ai principi contabili e ai documenti quali il Manuale di Frascati e il Manuale di Oslo.
Quali costi rientrano nelle spese di ricerca e sviluppo?
L’autocertificazione fornisce una guida su quali costi possano essere annoverati tra le spese di R&S, tra cui
sviluppo precompetitivo e competitivo;
sperimentazione e prototipazione;
sviluppo del business plan;
servizi di incubazione;
costi del personale e consulenti esterni;
spese legali per la registrazione e protezione della proprietà intellettuale.
Tuttavia, non esiste una definizione univoca e certa delle spese di R&S, poiché queste sono strettamente legate agli ambiti specifici di ricerca e all’innovazione proposta dalla startup. Un possibile approccio è richiedere un parere all’università, a ricercatori esperti nel settore, o direttamente al MISE.

Conclusione
La comprensione dei requisiti soggettivi delle startup innovative è fondamentale per gli imprenditori e i potenziali imprenditori che vogliono avviare un’impresa in questo ambito. La chiave per soddisfare tali requisiti è avere ben presente cosa si intenda per spese di R&S e lavorare in stretta collaborazione con professionisti esperti, senza dimenticare di seguire accuratamente le indicazioni fornite dal MISE e dalle relative autocertificazioni.
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