Identificare le potenziali trappole nell’operatività delle società di comodo e dei fondi d’investimento
Il mondo degli affari e degli investimenti è sempre stato una terra di opportunità. Tuttavia, per navigarlo in sicurezza, è fondamentale comprendere sia le leggi che lo governano sia le possibilità offerte dai diversi strumenti finanziari. Un esempio emblematico in tal senso è rappresentato dalla disciplina delle Società di Comodo e dei Fondi d’Investimento in base all’articolo 30 della Legge 724/1994.
Società di comodo: come funziona?
Le Società di Comodo, come regolamentate dall’articolo 30 L. 724/1994, sono state ideate per contrastare l’utilizzo delle società senza impresa, ovvero entità che fungono da schermo societario per separare il possessore "reale" dai beni non impiegati in attività d’impresa. Questa normativa, nel corso degli anni, ha subito diverse modifiche che hanno lasciato tracce nei vari settori di applicazione, tra cui l’ambito dei Fondi d’investimento.

Operatività delle società di comodo e fondi di investimento
Sorta di filtro, il test di operatività risulta essere il parametro cruciale che determina se una società è da considerare operativa o meno. Oltrepassato tale ostacolo, la società determinerà il reddito secondo le modalità ordinarie. Al contrario, in caso di mancato superamento, il reddito sarà imponibile sulla base di criteri predeterminati o sui criteri previsti dalla legge.
“L’articolo 30, comma 1, L. 724/1994 stabilisce l’applicazione di determinate percentuali di redditività al costo storico medio triennale di alcuni assets.”
Partecipazioni nei fondi d’investimento e la questione delle percentuali di redditività

A stretto rigore, dovrebbe applicarsi la percentuale di redditività del 15% alle quote dei fondi d’investimento. Tuttavia, discriminare tra chi acquisisce direttamente o indirettamente la partecipazione – tramite il fondo d’investimento – non sarebbe logico. Sarebbe infatti attribuito un trattamento diverso in ragione dello strumento giuridico attraverso il quale l’investimento viene effettuato, e non sulla base del tipo di investimento.
Perché questa distinzione è così importante? Parliamo di grandi percentuali qui, che possono avere un netto impatto sui rendimenti degli investitori. Questo è un problema che gli investitori devono affrontare e che richiede un’adeguata chiarezza normativa.

Nonostante questa interpretazione, l’Amministrazione Finanziaria ha però una prospettiva diversa. Secondo l’Agenzia delle Entrate, le quote di fondi vanno classificate tra “altre immobilizzazioni” e a queste si applica la percentuale del 15% per l’effettuazione del test di operatività.
Conclusioni
In conclusione, il dibattito sul trattamento dei Fondi d’Investimento all’interno delle Società di Comodo rimane aperto, con molteplici interpretazioni e prospettive. Mentre alcuni sottolineano l’importanza di una chiara distinzione tra investimenti diretti e indiretti, altri mettono in evidenza le limitazioni delle normative attuali. Nonostante questo, ciò che è realmente importante è comprendere le potenziali trappole legali e finanziarie che possono sorgere in questo scenario, per poter navigare il complicato mondo degli affari con sicurezza e saggezza.
FAQ
Si tratta di entità regolamentate dalla legge italiana con l’intento di contrastare l’utilizzo delle cosiddette società senza impresa.
È un parametro che determina se una società è da considerare operativa o meno.
Determina la percentuale di redditività applicabile alle quote dei fondi d’investimento.




