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Resto al Sud 2.0 2026: Requisiti e Costituzione SRL Under 35

Scopri tutti i requisiti per accedere a Resto al Sud 2.0: età under 35, residenza nel Mezzogiorno, condizione occupazionale. Guida con documenti, scadenze e strategie per la costituzione SRL.

Resto al Sud 2.0 2026: Requisiti e Costituzione SRL Under 35
Costituzione SRL26/12/202525 minTeam Costituzione SRLonline

Il bando Resto al Sud è gestito da Invitalia

Fondo Perduto Garantito
Agevolazione Nazionale
Finanziamento fino al 90%
Costituzione SRL
26/12/2025
25 min
Team Costituzione SRLonline

In breve

  • resto al sud 2.0 è il bando invitalia che offre fino a 200.000€ di contributi a fondo perduto per giovani under 35 che avviano un'attività al sud;
  • i requisiti anagrafici sono rigorosi: devi avere tra 18 e 35 anni non compiuti, essere disoccupato o working poor, e risiedere (o trasferirti) nelle regioni ammesse;
  • la domanda si presenta online con spid, ma serve preparare business plan, preventivi e documentazione: un errore formale può costarti l'accesso ai fondi.

Il 15 ottobre 2025 alle ore 12:00 si è aperto lo sportello di Resto al Sud 2.0, il bando Invitalia che stanzia 356,4 milioni di euro per sostenere la nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno. Si tratta della nuova versione del celebre Resto al Sud, ma con regole profondamente diverse che ogni aspirante imprenditore deve conoscere prima di lanciarsi nella preparazione della domanda. La differenza più impattante, quella che cambierà il destino di migliaia di potenziali candidati, riguarda l'età: il nuovo bando è riservato esclusivamente ai giovani under 35.

Molti aspiranti imprenditori sopra i 35 anni che contavano sul vecchio Resto al Sud scoprono ora di non poter più accedere. Allo stesso modo, numerosi under 35 non sono certi di possedere tutti i requisiti necessari o non conoscono le differenze rispetto al passato. La buona notizia è che Resto al Sud 2.0 offre agevolazioni molto vantaggiose: voucher a fondo perduto fino a 50.000€ e contributi al 70-75% per programmi di investimento fino a 200.000€. La procedura è a sportello, quindi le domande vengono valutate in ordine cronologico fino a esaurimento dei fondi.

In questa guida analizziamo in dettaglio tutti i requisiti per accedere a Resto al Sud 2.0: dall'età anagrafica alle condizioni occupazionali, dai requisiti territoriali alla forma giuridica più adatta. Vedremo quali documenti servono davvero, come evitare gli errori più comuni che portano all'esclusione, e come strutturare la domanda per massimizzare le possibilità di approvazione.

Requisito anagrafico: perché l'età under 35 è la prima soglia

Il requisito anagrafico di Resto al Sud 2.0 rappresenta la novità più significativa rispetto al precedente bando, che ammetteva fino a 55 anni. Per partecipare devi avere un'età compresa tra i 18 anni compiuti e i 35 anni non ancora compiuti alla data di presentazione della domanda. Questo significa che la data di invio della candidatura "cristallizza" il possesso del requisito: se invii la domanda il giorno prima del tuo 35° compleanno, sei in tempo. Se lo invii il giorno dopo, sei fuori.

Il requisito anagrafico non deve essere posseduto solo al momento della domanda, ma mantenuto fino all'erogazione effettiva del finanziamento. Considerando che i tempi di istruttoria sono di 90 giorni e che la realizzazione del progetto può durare dai 9 ai 20 mesi a seconda dello strumento scelto, è facile capire quanto sia importante valutare attentamente le tempistiche prima di costituire la SRL. Non basta essere under 35 quando presenti la domanda: devi ancora esserlo quando Invitalia eroga il contributo.

Un aspetto spesso trascurato riguarda i cittadini extracomunitari: possono partecipare al bando, ma devono essere in possesso di un permesso di soggiorno valido al momento della presentazione della domanda. La regola vale sia per i cittadini UE che extra-UE, purché in regola con il documento di soggiorno. Questo è un punto che la documentazione ufficiale non chiarisce esplicitamente, ma che le Circolari applicative confermano.

Per capire se rientri nei requisiti anagrafici di Resto al Sud 2.0 e valutare la tua posizione specifica, ti consigliamo di consultare un commercialista specializzato in finanza agevolata. Un errore di valutazione ti farebbe perdere mesi di lavoro e preparazione, quindi meglio accertarsi prima di procedere con la costituzione della società e la raccolta dei documenti.

Requisiti territoriali: dove devi risiedere o trasferirti

Resto al Sud 2.0 è dedicato alle regioni del Mezzogiorno, ma con alcune importantissime eccezioni che estendono la platea geografica. Le regioni ammesse sono otto: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. A queste si aggiungono i territori colpiti dagli eventi sismici del 2009 e 2016, ovvero alcune aree di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria comprese nel cratere sismico, più le isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.

Il requisito di residenza può essere soddisfatto in due modi. Se sei già residente in uno di questi territori alla data di presentazione della domanda, non hai problemi. In alternativa, puoi impegnarti formalmente a trasferire la tua residenza entro 60 giorni dall'esito positivo dell'istruttoria se risiedi in Italia, o entro 120 giorni se risiedi all'estero. Questo è un aspetto cruciale per chi ha un'idea imprenditoriale ma vive fuori dalle regioni ammesse: devi essere disposto a trasferirti entro circa due mesi dall'approvazione del progetto.

Per le società costituite o da costituire, il requisito territorio si intende riferito alla sede legale. La SRL che costituirai dovrà avere la propria sede in una delle aree ammesse, ma attenzione: non è sufficiente che la sede sia nel Mezzogiorno. Per accedere alle agevolazioni, almeno il 51% dei soci deve possedere i requisiti anagrafici (età under 35) e territoriali (residenza o trasferimento nelle aree ammesse). Questo significa che la maggioranza dei soci deve essere under 35 e residente, o disposta a trasferirsi, nelle regioni del Sud.

La tabella seguente chiarisce le opzioni territoriali disponibili

Condizione territoriale Requisito specifico Come dimostrarlo
Residenza attuale nelle regioni ammesse Sede legale o domicilio in una delle 8 regioni o aree sismiche/isole minori Certificato di residenza o autocertificazione
Impegno a trasferirsi Trasferimento residenza entro 60 giorni (Italia) o 120 (estero) dall'approvazione Dichiarazione formale con impegno vincolante
Società multi-socio Almeno 51% dei soci con requisiti territoriali Visura camerale con elenco soci e quote

Un punto che crea spesso confusione riguarda le attività produttive nei settori dell'agricoltura, pesca e acquacoltura. Queste sono escluse dal bando Resto al Sud 2.0 se intendono la produzione primaria. Tuttavia, sono ammesse le attività di trasformazione dei prodotti provenienti da questi settori. Ad esempio, non puoi aprire un'azienda agricola e richiedere fondi per l'acquisto di terreni, macchinari agricoli o attrezzature per la coltivazione. Ma puoi costituire una SRL che trasforma prodotti agricoli in prodotti finiti: un laboratorio che confezione marmellate, un caseificio che produce formaggi, un'azienda che essicca o conserva prodotti ortofrutticoli.

Questa distinzione è importante perché molti imprenditori del Sud operano nel comparto agroalimentare e potrebbero pensare di non rientrare nel bando. In realtà, le opportunità esistono, ma riguardano la trasformazione e la lavorazione dei prodotti, non la produzione primaria. Il business plan dovrà quindi essere strutturato in modo da evidenziare questa fase di trasformazione come core dell'attività economica.

Condizione occupazionale: disoccupati, GOL o working poor

Oltre all'età e alla residenza, per accedere a Resto al Sud 2.0 devi trovarti in almeno una di tre condizioni occupazionali specifiche. Il bando si rivolge a giovani che si trovano in situazione di fragilità economica, ma la definizione è più ampia di quanto sembri a prima vista.

La prima condizione riguarda gli inoccupati, inattivi o disoccupati. Con inoccupati si intendono i giovani che non svolgono attività lavorativa subordinata e non sono titolari di partita IVA attiva, compresi quelli che non sono in cerca attiva di lavoro. La definizione include sia chi cerca lavoro e non lo trova, sia chi ha smesso di cercare per scoraggiamento o demotivazione. L'importante è che tu non abbia un'occupazione formale e non sia titolare di partita IVA attiva al momento della domanda. Se sei stato dipendente e hai perso il lavoro, o se hai chiuso una partita IVA negli ultimi dodici mesi, rientri in questa categoria.

La seconda condizione riguarda i disoccupati iscritti al programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori). GOL è il programma di politica attiva del lavoro nato dal PNRR per riqualificare i lavoratori attraverso percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro. Se sei iscritto a GOL, rientri automaticamente nella platea di Resto al Sud 2.0. Attenzione però: non è sufficiente essere iscritto, devi essere effettivamente destatario delle misure del programma, il che significa che stai partecipando a un percorso attivo di riqualificazione con tirocini, corsi o altri interventi.

La terza condizione riguarda i cosiddetti working poor, ovvero i lavoratori che pur avendo un'occupazione percepiscono un reddito così basso da essere in condizione di povertà lavorativa. Il bando definisce i working poor come coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente o autonomo corrispondente a un'imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell'articolo 13 del DPR 91/1986. In pratica, il reddito annuo deve essere inferiore a 8.145 euro, che rappresenta la soglia oltre la quale non si ha diritto alle detrazioni fiscali da lavoro dipendente.

È importante sottolineare che queste tre condizioni sono alternative: basta possederne una sola per accedere al bando. Tuttavia, devi essere in grado di dimostrare documentalmente la tua condizione. Per i disoccupati e inoccupati è sufficiente un'autocertificazione, ma per i working poor serve la dichiarazione dei redditi dell'anno precedente che attesti un reddito inferiore alla soglia. È qui che diventa fondamentale il supporto di un commercialista che possa verificare la tua posizione fiscale e confermare se rientri in questa categoria.

Un aspetto che spesso crea problemi è la partita IVA pregressa: non puoi essere titolare di partita IVA attiva nei 12 mesi precedenti la presentazione della domanda per lo svolgimento di un'attività analoga a quella proposta nel progetto. Con analoga si intende qualsiasi attività con codice Ateco identico fino alla terza cifra. Se ad esempio vuoi aprire una pizzeria con Resto al Sud 2.0, non devi aver avuto una partita IVA per un'attività di ristorazione (codice Ateco 56.10) negli ultimi 12 mesi. Ma potresti averla avuta per un'attività commerciale completamente diversa: il bando non ti impedisce di avere esperienze lavorative pregresse, purché in settori diversi.

Forma giuridica e costituzione SRL: quando e come procedere

Un equivoco molto diffuso riguarda il momento in cui costituire la società per accedere a Resto al Sud 2.0. Molto pensano di dover aspettare l'esito della domanda prima di procedere, ma non è così. Le iniziative economiche ammesse sono quelle avviate, cioè costituite, a partire dal mese precedente la data di presentazione della domanda. Puoi quindi costituire la SRL nel mese prima di inviare la candidatura, ma non prima.

La condizione fondamentale è che l'attività debba risultare inattiva alla data di presentazione della domanda. Inattiva significa che non ci deve essere stata alcuna movimentazione della partita IVA, né in attivo né in passivo. La società deve essere stata costituita, ma non deve avere ancora iniziato l'attività operativa. Non puoi quindi emettere fatture, non puoi avere clienti, non puoi aver effettuato acquisti. La SRL deve esistere giuridicamente, ma essere "vuota" dal punto di vista operativo.

Questo è un aspetto critico perché molti aspiranti imprenditori, entusiasti all'idea di aver ottenuto il finanziamento, iniziano ad operare prima del tempo emettendo fatture o effettuando spese che non verranno rimborsate. È fondamentale aspettare l'esito della domanda e l'approvazione formale da parte di Invitalia prima di iniziare qualsiasi attività commerciale. Solo dopo la comunicazione di concessione puoi iniziare a operare e a sostenere le spese che rientreranno nel piano finanziabile.

Per quanto riguarda la forma giuridica, Resto al Sud 2.0 ammette diverse tipologie. Puoi presentare domanda come persona fisica per avviare un lavoro autonomo o una libera professione in forma individuale. Puoi costituire un'impresa individuale. Oppure puoi scegliere tra varie forme societarie: SRL (anche SRL semplificata), società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società cooperativa, società tra professionisti. L'importante è che il controllo effettivo della società rimanga in capo ai beneficiari under 35 per almeno tre anni dall'erogazione delle agevolazioni.

Per quanto riguarda la costituzione della SRL, devi considerare i costi notarili obbligatori. L'atto costitutivo costa tra 1.500€ e 2.500€ più IVA, a seconda della complessità e del numero di soci. A questo si aggiungono la tassa di registro di 200€, i diritti di segreteria (circa 90€), la marca da bollo da 16€ per ogni foglio, e l'imposta governativa di 309,87€ per costituzioni e aumenti di capitale. In totale, la costituzione di una SRL ordinaria costa circa 2.500-3.000€ tra oneri notarili, tasse e spese accessorie. Per una panoramica completa sui costi di gestione annuale, consulta la nostra pagina dedicata.

La SRL semplificata rappresenta un'alternativa più economica per i under 36 (il requisito di età è stato abolito nel 2013). I costi di costituzione sono più contenuti perché non serve il notaio per l'autenticazione delle firme: bastano circa 500-800€ tra onorari del commercialista per la registrazione, marca da bollo e diritti di segreteria. Inoltre, la SRL semplificata ha un capitale minimo ridotto a 1€ (invece dei 10.000€ della SRL ordinaria) e lo statuto può essere standardizzato, allegato al modello standard approvato dal MISE.

Per le società composte da più soci, i requisiti si applicano alla compagine sociale nel suo complesso. Almeno il 51% dei soci deve possedere i requisiti anagrafici (età under 35) e territoriali (residenza o trasferimento nelle aree ammesse). Il legale rappresentante deve essere un socio con i requisiti. I soci senza requisiti possono partecipare, ma con alcune limitazioni: non possono essere soci di più compagini sociali beneficiarie di Resto al Sud 2.0 e in ogni caso non possono detenere il controllo della società.

I legami di parentela tra i soci non sono ostativi all'ammissione. Puoi quindi costituire una SRL con tuo fratello, tua sorella, tuo cugino. Questo è un aspetto che differenzia Resto al Sud 2.0 da altri bandi che spesso escludono le società parentali. L'importante è che tutti i soci con requisiti siano under 35 e che la compagine nel suo complesso rispetti la regola del 51%.

Se stai valutando quale forma giuridica scegliere per la tua attività, scopri le differenze tra SRL ordinaria e SRL semplificata e quale conviene al tuo caso.

Documenti necessari: cosa preparare prima della domanda

La procedura per presentare domanda a Resto al Sud 2.0 è interamente digitale e avviene attraverso la piattaforma Invitalia. Prima di accedere, however, devi procurarti una serie di documenti e credenziali che ti serviranno per completare l'iscrizione e caricare la candidatura. La preparazione accurata della documentazione è spesso la differenza tra una domanda approvata e una esclusa per incompletezza formale.

Per accedere all'area riservata di Invitalia ti servono SPID, CIE o CNS (Carta d'Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi). Questi sono gli strumenti di identificazione digitale che permettono di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Se non ne sei ancora in possesso, devi richiederli tempestivamente perché i tempi di rilascio possono variare da qualche giorno a qualche settimana a seconda dell'ente emettore.

Oltre alle credenziali di accesso, ti serviranno firma digitale e PEC (Posta Elettronica Certificata). La firma digitale serve per firmare digitalmente i documenti che caricherai sulla piattaforma, mentre la PEC è obbligatoria per le comunicazioni con Invitalia. Anche questi strumenti richiedono tempi di attivazione che vanno considerati nella pianificazione della domanda.

Il documento più importante e più complesso da preparare è il business plan secondo il modello Invitalia. Il business plan è il cuore della tua candidatura: deve dimostrare la sostenibilità economica dell'iniziativa, la coerenza degli investimenti con gli obiettivi dichiarati, la capacità del progetto di generare ricavi sufficienti per sostenersi nel tempo. Un business plan generico o poco realistico è la prima causa di bocciatura: le proiezioni devono essere credibili e supportate da dati di mercato, non speranze o ottimismi eccessivi.

Oltre al business plan, ti serviranno i preventivi di spesa per tutti gli investimenti previsti nel progetto. Ogni macchinario, attrezzatura, impianto, servizio deve essere documentato con un preventivo aggiornato che ne attesti il costo. I preventivi devono essere dettagliati e comparabili: non accettare preventivi generici che indicano solo cifre totali senza specificare le voci di costo. Ricorda che non puoi includere nel piano spese per consulenze generiche, personale dipendente, utenze, affitti, materie prime. Tutte queste spese sono escluse dal finanziamento.

Per le società già costituite, o che costituirai prima della domanda, serve l'atto costitutivo e l'elenco dei soci con l'indicazione della ripartizione delle quote e della verifica del possesso dei requisiti da parte di ciascun socio. Almeno il 51% delle quote deve essere detenuto da soci con i requisiti anagrafici e territoriali, quindi in sede di costituzione dovrai pianificare accuratamente la ripartizione per rispettare questa soglia.

Un documento particolare è la dichiarazione antimafia, che certifica che nessun socio è destinatario di misure di prevenzione antimafia. Questo documento deve essere inserito nella domanda e rappresenta una delle cause più frequenti di richiesta di integrazione: è facile sbagliare compilazione o omettere some informazioni, quindi presta la massima attenzione.

Infine, ti servirà la certificazione dello stato occupazionale: disoccupazione, iscrizione GOL o, per i working poor, la dichiarazione dei redditi che attesti un reddito inferiore a 8.145 euro. La certificazione deve essere aggiornata e in corso di validità alla data di presentazione della domanda.

Una raccomandazione pratica: registrati sulla piattaforma Invitalia prima dell'apertura dello sportello e completa la sezione "Anagrafica e deleghe". Questo ti permetterà di guadagnare tempo prezioso: quando lo sportello si aprirà, avrai già le credenziali attive e potrai caricare immediatamente la domanda senza perdere tempo nella fase di registrazione. Molti perdono opportunità preziose per ritardi nella procedura, non perché non possiedano i requisiti, ma perché si trovano impreparati nel momento cruciale.

La preparazione della documentazione per Resto al Sud 2.0 può sembrare complessa, ma con il giusto supporto diventa gestibile. Contattaci per una consulenza gratuita e verifichiamo insieme se possiedi tutti i requisiti per accedere al bando.

Cosa NON puoi fare: le cause di esclusione più frequenti

Dopo aver visto cosa serve per accedere a Resto al Sud 2.0, è importante conoscere anche le situazioni che impediscono l'accesso al bando. Conoscere le cause di esclusione ti permette di evitare errori che comprometterebbero la tua candidatura e ti aiuta a valutare realisticamente le tue possibilità di successo.

La prima causa di esclusione è ovviamente l'età superiore a 35 anni. Se hai già compiuto 35 anni alla data di presentazione della domanda, non puoi accedere a Resto al Sud 2.0, senza eccezioni. Questo è il cambiamento più significativo rispetto al precedente bando e crea una situazione paradossale: chi ha 34 anni e 11 mesi può partecipare, chi ha 35 anni e 1 mese no. Una rigidità che sta generando molte polemiche, ma che è confermata dalla normativa.

Anche la condizione occupazionale rappresenta un filtro selettivo. Se hai un lavoro dipendente a tempo indeterminato, non puoi accedere. Se sei un collaboratore continuativo con coevocezza oraria superiore al 50%, sei fuori. Se sei titolare di partita IVA attiva negli ultimi 12 mesi per un'attività analoga a quella che vuoi avviare, sei escluso. Il bando è quindi indirizzato a chi è in una situazione di fragilità lavorativa, non a chi ha già un'occupazione stabile o un'attività avviata.

Un caso particolare riguarda le attività cessate nei 6 mesi precedenti la presentazione della domanda. Se sei stato titolare o socio di un'attività che ha lo stesso codice Ateco (fino alla terza cifra) dell'iniziativa che vuoi avviare, e quell'attività è cessata nei sei mesi prima della domanda, non possiedi i requisiti. Questa norma serve a evitare che chi ha già un'attività la chiuda per riaprirla subito dopo con i fondi pubblici, una pratica che il bando vuole prevenire.

Anche la forma giuridica può essere causa di esclusione se non rispetta i requisiti. Se costituisce una società in cui i soci con requisiti detengono meno del 51% delle quote, la domanda verrà respinta. Se il legale rappresentante non è un socio con requisiti, hai problemi. Se i soci senza requisiti sono coinvolti in più compagini sociali che partecipano al bando, sei fuori. La regola del 51% va rispettata rigorosamente e deve essere mantenuta per almeno tre anni dall'erogazione delle agevolazioni.

Un aspetto spesso sottovalutato riguarda le spese non ammissibili. Molte candidature vengono bocciurate perché includono nel piano spese che il bando non finanzia. Non puoi richiedere fondi per l'acquisto di terreni e immobili, per le consulenze per la predisposizione della domanda, per le consulenze legali e fiscali, per il personale dipendente, per le utenze, per gli affitti, per le materie prime e i semilavorati. Tutte queste voci sono esplicitamente escluse e inserirle nel business plan significa avere una domanda incompleta che richiede integrazioni.

Il regime de minimis rappresenta un'altra trappola. Non puoi ricevere più di 300.000 euro di aiuti de minimis in tre anni. Se hai già ricevuto bonus P.IVA, contributi regionali o altri bandi nell'ultimo triennio, devi verificare attentamente il totale. Se hai superato o sei vicino al limite, la tua domanda verrà esclusa o comunque ridotta. Il controllo del regime de minimis è uno dei primi controlli che Invitalia effettua e non ci sono margini di discrezionalità.

Per aiutarti a capire se rientri nelle cause di esclusione, abbiamo preparato una tabella sintetica delle situazioni più problematiche:

Causa di esclusione Spiegazione Come verificarla
Età superiore a 35 anni Non sono ammessi over 35, senza eccezioni Calcola esattamente la tua data di nascita rispetto alla data di presentazione
Partita IVA attiva ultimi 12 mesi Non devi aver avuto PIVA per attività analoga (Ateco fino a terza cifra) Verifica la cronologia delle tue partite IVA negli ultimi 12 mesi
Soci senza requisiti oltre il 49% Almeno il 51% dei soci deve avere età under 35 e requisiti territoriali Controlla la ripartizione quote nella bozza di statuto
Spese non ammissibili nel piano Terreni, immobili, utenze, affitti, personale, materie prime sono esclusi Escludi queste voci dal preventivo di spesa
Regime de minimis superato Limite massimo 300.000€ di aiuti pubblici in 3 anni Somma tutti i contributi pubblici ricevuti negli ultimi 36 mesi

Infine, anche la territorialità della sede può essere causa di esclusione. Se la tua sede legale non è nelle aree ammesse e non ti impegni formalmente a trasferirla entro 60-120 giorni, non puoi accedere. Questo vale anche per le attività già costituite: se la sede della tua SRL è in Lombardia e non intendi trasferirla, sei fuori dal bando, anche se tutti gli altri requisiti sono rispettati.

La comprensione di queste cause di esclusione è fondamentale per evitare di sprecare tempo e risorse in una domanda che non ha possibilità di successo. Molto spesso i commercialisti vedono aspiranti imprenditori entusiasti che scoprono solo a metà del processo di non possedere i requisiti, con conseguente frustrazione e perdita di tempo ed energie.

Prima di procedere con la costituzione della società e la preparazione della domanda, ti consigliamo vivamente di fare una verifica preliminare con un esperto in finanza agevolata che possa confermare il possesso di tutti i requisiti e identificare eventuali criticità. Una consulenza preventiva può evitare mesi di lavoro inutili e delusioni amare.

SRLOnline consiglia: come verificare i requisiti senza commettere errori

Resto al Sud 2.0 rappresenta un'opportunità significativa per i giovani under 35 che vogliono avviare un'attività nel Mezzogiorno, con voucher fino a 50.000€ e contributi a fondo perduto fino al 75% per investimenti fino a 200.000€. La dotazione finanziaria di 356,4 milioni di euro e la procedura a sportello premiano chi si prepara per tempo e presenta una domanda completa e corretta.

Tuttavia, è essenziale comprendere che il requisito anagrafico under 35 rappresenta la prima e più importante soglia di accesso. Se hai più di 35 anni, Resto al Sud 2.0 non è per te. In questo caso puoi valutare altre opportunità come Autoimpiego Centro-Nord, bandi regionali o altri incentivi Invitalia per fasce d'età più ampie. Per avere un quadro completo delle agevolazioni disponibili oltre Resto al Sud 2.0, il nostro consiglio è di consultare un commercialista specializzato che possa valutare la tua situazione specifica.

Per chi rientra nella platea under 35, il consiglio è di iniziare subito la preparazione. La procedura a sportello significa che le domande vengono valutate in ordine cronologico fino a esaurimento dei fondi. Più aspetti, più rischi che le risorse vadano esaurite. La concorrenza sarà elevata: si stima che le domande saranno diverse migliaia nelle prime settimane dall'apertura dello sportello. La buona notizia è che hai tempo di preparare la documentazione: il business plan richiede giorni di lavoro, i preventivi vanno richiesti ai fornitori, la costituzione della SRL ha i suoi tempi.

Il nostro team di commercialisti specializzati in finanza agevolata ti segue in tutte le fasi: dalla verifica preliminare dei requisiti, alla costituzione della SRL (ordinaria o semplificata), alla stesura del business plan secondo il modello Invitalia, fino alla presentazione della domanda e oltre. Non ci limitiamo alla preparazione formale: ti supportiamo anche nella gestione contabile e fiscale della tua nuova impresa, con un canone mensile su misura calcolato sui tuoi volumi reali.

Se vuoi verificare se possiedi i requisiti per Resto al Sud 2.0 e vuoi una valutazione sulla strategia migliore per la tua iniziativa imprenditoriale, contattaci per una consulenza gratuita. Analizzeremo la tua posizione, ti indicheremo i passi successivi e ti aiuteremo a preparare una domanda solida che abbia le massime possibilità di approvazione.


Domande frequenti su Resto al Sud 2.0

Servono il notaio per costituire la SRL?

Dipende dalla forma giuridica che scegli. Per la SRL ordinaria serve il notaio per l'autenticazione delle firme e per l'autenticazione dell'atto costitutivo. Per la SRL semplificata, abolito il requisito under 35 dal 2013, non serve il notaio: basta che un commercialista o un avvocato provveda alla registrazione dell'atto costitutivo presso il Registro delle Imprese. In entrambi i casi, tuttavia, i costi di costituzione includono oneri notarili o diritti di segreteria che devi considerare nel piano finanziario.

Posso cumulare Resto al Sud 2.0 con altri incentivi?

La cumulabilità è limitata dal regime de minimis, che prevede un massimale di 300.000€ di aiuti pubblici in tre anni per la maggior parte dei settori. Se hai già ricevuto altri contributi pubblici nell'ultimo triennio (bonus P.IVA, bandi regionali, altri incentivi Invitalia), devi verificare attentamente il totale perché se superi il limite non puoi accedere a Resto al Sud 2.0. In ogni caso, il nostro consiglio è fare una verifica preventiva con un commercialista esperto in finanza agevolata per calcolare l'esposizione in regime de minimis.

Quanto tempo ho per realizzare gli investimenti una volta approvato?

Dipende dallo strumento che scegli. Se opti per il voucher di avvio (40.000€ o 50.000€), hai 9 mesi dalla data di ammissione per sostenere le spese, con possibilità di proroga di altri 3 mesi per un totale di 12 mesi. Se scegli il programma di investimento (fino a 200.000€), hai 18 mesi per realizzare il progetto, con possibilità di proroga di altri 6 mesi per un totale di 24 mesi. È fondamentale rispettare questi tempi: se non completi gli investimenti entro le scadenze, rischi la revoca del contributo.

Cosa succede se supero i 35 anni durante la realizzazione del progetto?

Il requisito anagrafico deve essere mantenuto fino all'erogazione effettiva del finanziamento. Se compi 35 anni durante la fase di realizzazione del progetto, ma prima della liquidazione finale del contributo, potresti avere problemi. È una situazione che il bando non disciplina esplicitamente, ma che Invitalia valuterebbe caso per caso. Per evitare rischi, il nostro consiglio è pianificare la tempistica del progetto in modo da completare la realizzazione e la rendicontazione prima del compimento del 35° anno.

Posso presentare domanda se ho già una costituzione SRL ma non ho ancora iniziato l'attività?

Sì, puoi presentare domanda con una SRL già costituita, purché l'attività risulti inattiva alla data di presentazione. Inattiva significa che non ci deve essere stata alcuna movimentazione di partita IVA, né in attivo né in passivo. La società deve esistere giuridicamente, ma non deve aver ancora emesso fatture né effettuato operazioni commerciali. Se ti costituisce prima e inizi a operare prima della domanda, sei escluso dal bando.

Team Costituzione SRLonline

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