Il credito d’imposta per la ricerca e sviluppo: capire se richiederlo o meno
Negli ultimi tempi, molte imprese italiane stanno ricevendo comunicazioni riguardanti il Credito d’Imposta Ricerca e Sviluppo, l’incentivo fiscale inserito all’interno del piano nazionale per l’industria. Queste lettere sollevano domande e dubbi in molti imprenditori: è il momento di fare una valutazione? E in caso affermativo, conviene restituire il credito d’imposta? Questo articolo si propone di affrontare tali quesiti in modo semplice.
Richiedi un preventivo o una consulenza gratuita

Introduzione al credito d’imposta per ricerca e sviluppo
Uno degli incentivi fiscali previsti all’interno del piano nazionale Industria 4.0, oggi Transizione 4.0, è il Credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo. Questo provvedimento, operativo dal 2015, ha sostenuto moltissime imprese italiane nell’innovazione e nei processi di modernizzazione.
Il suo scopo principale era incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo al fine di elevare il grado di innovazione delle imprese italiane, facendo leva su alcune caratteristiche salienti, ovvero l’automaticità, la cumulabilità e la retroattività.
Evoluzione del credito d’imposta per ricerca e sviluppo
Nel corso degli anni, le modifiche apportate ai criteri di erogazione del credito hanno cambiato le regole del gioco, modificando le aliquote di agevolazione e aumentando gli adempimenti collegati alla documentazione da conservare in caso di controllo. Ciò ha comportato una certa confusione tra le imprese, rendendole incerte sul da farsi.

Il riversamento spontaneo del credito d’imposta
Nel 2021, il decreto legge 146 ha introdotto la procedura di riversamento spontaneo del credito d’imposta Ricerca e Sviluppo. Questa misura, pur comportando il rimborso del credito ricevuto, risulta particolarmente conveniente per le imprese che, riscontrando anomalie nel rendiconto del credito d’imposta, desiderano evitare sanzioni ed interessi.
Domande frequenti sul riversamento del credito d’imposta
Molti imprenditori si chiedono se questa opzione sia conveniente per loro. Di seguito sono riportate le domande più frequenti:
1. Qual è il beneficio del riversamento?
La regolarizzazione spontanea prevede che tu possa restituire solo il credito R&S, senza l’applicazione di sanzioni e interessi. Inoltre, si esclude la punibilità per il delitto di indebita compensazione.2. Quali sono i presupposti per aderire?
È essenziale aver realmente sostenuto le spese che hai agevolato, anche se queste alla fine non sono qualificabili come attività di ricerca e sviluppo.3. Come è possibile aderire? Entro quando?
Per aderire alla procedura è necessario inviare telematicamente il modello all’Agenzia delle entrate entro il 30 Novembre 2023.
Riverso il credito o no? Come decidere
La scelta di aderire o meno al riversamento dipende molto dalla situazione della singola impresa. In molti casi, se l’attività era effettivamente rilevante per il mercato e non solo per l’azienda, e se vi è adeguata documentazione a supporto, potrebbe non essere necessario aderire al riversamento.
Tuttavia, è altrettanto importante fare una valutazione per capire i rischi della propria situazione. Se le imprese ignorano questa opzione e successivamente vengono sottoposte a controllo che accerta un’attività non in linea con i criteri, si troveranno a fronteggiare ulteriori responsabilità e potenziali sanzioni.

Conclusioni
In definitiva, si tratta di una tematica complessa che richiede un’attenta valutazione da parte delle imprese. In ogni caso, la chiave è capire con certezza se le proprie attività rientrano nei termini previsti dal credito d’imposta per ricerca e sviluppo. Nel caso in cui vi siano dubbi o incertezze, potrebbe essere utile consultare un esperto o professionista di fiducia.



