Polemiche sulla conciliazione agevolata per liti su crediti d’imposta inesistenti
Le controversie riguardanti il recupero di crediti d’imposta inesistenti sembrano non poter essere definite tramite la conciliazione agevolata
La conciliazione agevolata è un’opzione riguardante il recupero di crediti d’imposta inesistenti, tuttavia l’Agenzia delle Entrate ha espresso un orientamento secondo il quale queste liti non sarebbero definibili né mediante un accordo conciliativo, né attraverso la conciliazione agevolata. Questo punto di vista potrebbe portare a possibili disparità di trattamento tra contribuenti, potenzialmente lesive del principio costituzionale di eguaglianza.
Le controversie derivanti dal recupero di crediti d’imposta indebitamente utilizzati in compensazione, in quanto ritenuti inesistenti, non possono essere definite in modo agevolato secondo l’articolo 13, comma 5, D.Lgs. 471/1997. Nonostante l’introduzione della cosiddetta "tregua fiscale" con la Legge 197/2022, l’Agenzia delle Entrate continua a sostenere l’impossibilità di definire queste liti attraverso la conciliazione agevolata.

Tuttavia, l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate non appare condivisibile, in quanto il quadro normativo sembrerebbe idoneo a consentire la conciliazione delle controversie pendenti al 1° gennaio 2023 riguardanti l’originaria impugnazione di atti di recupero di crediti d’imposta inesistenti. Inoltre, tale interpretazione contrasta con gli obiettivi del Legislatore di introdurre la disciplina di conciliazione agevolata delle liti pendenti per supportare le imprese e ridurre i procedimenti contenziosi esistenti.
“La definizione non dà comunque luogo alla restituzione delle somme già versate ancorché eccedenti rispetto a quanto dovuto per la definizione stessa”
Tre punti chiave:
La conciliazione agevolata potrebbe non essere applicabile per le liti riguardanti crediti d’imposta inesistenti.
L’Agenzia delle Entrate sostiene tale impossibilità, ma l’interpretazione non sembra condivisibile.
Il quadro normativo e gli obiettivi del legislatore potrebbero andare a favore della conciliazione delle controversie.
La tesi sostenuta dall’Agenzia delle Entrate potrebbe determinare una discriminazione ingiustificata tra i contribuenti che hanno versato quanto dovuto a titolo di riscossione provvisoria e quelli che non l’hanno fatto. Per evitare tale effetto distorto, dovrebbe essere garantito l’accesso all’istituto della conciliazione agevolata.
Si auspica quindi una revisione dell’orientamento espresso in merito alla conciliazione agevolata per le liti che riguardano crediti d’imposta inesistenti, al fine di garantire un trattamento equo e uniforme per tutti i contribuenti coinvolti.

In conclusione, si consiglia di prestare attenzione agli sviluppi futuri riguardo a questi temi controversi e l’impatto che potrebbero avere sui contribuenti italiani e sul sistema fiscale nel suo complesso.




