Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha recentemente presentato la circolare operativa per il Piano Transizione 5.0, un ambizioso programma che mira a sostenere la transizione digitale ed energetica delle imprese italiane. Questo piano, con una dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro, si inserisce nel contesto più ampio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del piano REPowerEU, allineandosi agli obiettivi del Green Deal europeo.
Obiettivi e Ambito di Applicazione
Il Piano Transizione 5.0 si propone di incentivare gli investimenti in tecnologie avanzate e sostenibili, con un focus particolare sulla riduzione dei consumi energetici. Le imprese beneficiarie possono essere di qualsiasi dimensione, settore economico e regime fiscale, purché residenti in Italia o con stabile organizzazione nel paese.
Il cuore del piano è rappresentato da un sistema di crediti d’imposta per progetti di innovazione che portino a una significativa riduzione dei consumi energetici. In particolare, sono previsti tre scenari:
Riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva non inferiore al 3%
Riduzione superiore al 6%
Riduzione superiore al 10%
Analogamente, per i processi produttivi specifici, le soglie di riduzione sono fissate al 5%, 10% e 15% rispettivamente.
Investimenti Ammissibili
Il piano copre un’ampia gamma di investimenti, tra cui
Beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa, conformi agli allegati A e B della legge 232/2016 (cosiddetta Industria 4.0)
Beni finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo
Attività di formazione per l’acquisizione di competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica
È importante notare che gli investimenti devono essere avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025.
Intensità del Beneficio
L’intensità del credito d’imposta varia in base al livello di riduzione dei consumi energetici raggiunto e all’ammontare dell’investimento. Le aliquote possono arrivare fino al 45% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, con percentuali decrescenti per importi superiori. Il limite massimo di spesa agevolabile è fissato a 50 milioni di euro per ciascun beneficiario all’anno.
Procedure di Accesso al Beneficio
Il processo per accedere al credito d’imposta si articola in diverse fasi
Comunicazione Preventiva: L’impresa deve inviare una comunicazione preventiva tramite la piattaforma informatica predisposta dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Questa comunicazione deve includere una descrizione dettagliata del progetto di innovazione e una certificazione ex-ante che attesti la riduzione dei consumi energetici prevista.
Comunicazione di Avanzamento: Entro 30 giorni dalla prenotazione del credito, l’impresa deve presentare una comunicazione relativa all’effettuazione degli ordini, con un acconto di almeno il 20% del costo di acquisizione.
Comunicazione di Completamento: Al termine del progetto, e comunque non oltre il 28 febbraio 2026, l’impresa deve inviare una comunicazione di completamento, corredata da una certificazione ex-post che attesti l’effettiva realizzazione degli investimenti e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici.
Certificazioni e Documentazione
Un aspetto cruciale del Piano Transizione 5.0 è la richiesta di certificazioni indipendenti. In particolare
La certificazione ex-ante e ex-post della riduzione dei consumi energetici deve essere rilasciata da un valutatore indipendente, che può essere un Esperto in Gestione dell’Energia (EGE), una Energy Service Company (ESCo), o un ingegnere o perito industriale con comprovata esperienza nel campo dell’efficienza energetica.
Per i beni materiali e immateriali, è richiesta una perizia tecnica asseverata che attesti le caratteristiche tecniche dei beni e la loro interconnessione ai sistemi aziendali.
È inoltre necessaria una certificazione contabile che dimostri l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili.
Principio DNSH e Sostenibilità
Un elemento innovativo del Piano Transizione 5.0 è l’integrazione del principio "Do No Significant Harm" (DNSH), che richiede che gli investimenti non arrechino danni significativi all’ambiente. Le imprese devono dimostrare il rispetto di questo principio attraverso specifiche schede tecniche relative ai diversi tipi di investimento.
Autoproduzione di Energia da Fonti Rinnovabili
Il piano incentiva anche l’installazione di impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Questi impianti devono essere dimensionati in base al fabbisogno energetico della struttura produttiva, con una producibilità attesa che può eccedere al massimo del 5% tale fabbisogno. Sono ammessi sia impianti per l’autoconsumo fisico che per l’autoconsumo a distanza, purché all’interno della stessa zona di mercato.
Formazione del Personale
Il piano prevede anche incentivi per la formazione del personale, con un limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali e un tetto massimo di 300.000 euro. I percorsi formativi devono includere moduli relativi sia alla transizione energetica che a quella digitale, con una durata minima di 12 ore e un esame finale.
Controlli e Monitoraggio
Il GSE, in collaborazione con il Ministero e l’Agenzia delle Entrate, effettuerà controlli sulla corretta applicazione del beneficio. Le imprese sono tenute a conservare tutta la documentazione relativa agli investimenti e ai risparmi energetici conseguiti per eventuali verifiche.
Focus sullo scenario controfattuale
Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità significativa per le imprese italiane di moQuesti investimenti devono essere avviati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 e mirano a promuovere una riduzione dei consumi energetici, condizione essenziale per ottenere i benefici fiscali previsti. Tuttavia, uno degli aspetti più innovativi e cruciali del Piano Transizione 5.0 è l’uso del concetto di controfattualità come elemento determinante per valutare l’effettiva efficacia degli investimenti in termini di risparmio energetico.
La controfattualità è una metodologia utilizzata per valutare l’impatto reale di un investimento, confrontando i risultati ottenuti con quelli che si sarebbero verificati se l’investimento non fosse stato realizzato. Nel contesto del Piano Transizione 5.0, questo significa che, per accedere ai crediti d’imposta, le imprese devono dimostrare che i loro investimenti hanno portato a una riduzione dei consumi energetici rispetto a uno scenario alternativo realistico.
Questo scenario controfattuale deve essere basato su alternative disponibili sul mercato, e la riduzione dei consumi energetici deve essere chiaramente quantificata e certificata. La metodologia controfattuale è fondamentale perché permette di misurare l’effettivo beneficio ambientale degli investimenti, garantendo che i contributi pubblici siano destinati a progetti che apportano un reale miglioramento in termini di efficienza energetica.
Per essere ammissibili al credito d’imposta, i progetti devono dimostrare una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva non inferiore al 3%, o del 5% per i processi produttivi specifici. La controfattualità viene applicata in diverse fasi del progetto, sia ex ante che ex post.
Ex Ante:
Nella fase iniziale, l’impresa deve presentare una stima dei risparmi energetici attesi, confrontando i consumi previsti dopo l’investimento con quelli che si sarebbero verificati scegliendo soluzioni alternative.
Ex Post:
Alla conclusione del progetto, i risultati effettivi vengono confrontati con le stime iniziali e con lo scenario controfattuale, per verificare l’efficacia dell’investimento.
La valutazione ex ante richiede l’individuazione di almeno tre alternative disponibili sul mercato negli ultimi cinque anni, che rappresentino soluzioni realistiche e comparabili. I risparmi energetici ottenuti devono poi essere confrontati con la media dei consumi energetici annui di queste alternative.
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