Bilancio di sostenibilità: Chi deve redigerlo dal 2025 e come prepararsi
Il futuro della rendicontazione sostenibile
La sostenibilità non è più solo una scelta etica per le aziende, ma sta diventando rapidamente un requisito normativo per un numero crescente di imprese in Europa. Con l’avvicinarsi del 2025, molte realtà imprenditoriali si troveranno per la prima volta davanti all’obbligo di redigere un bilancio di sostenibilità, uno strumento fondamentale per comunicare l’impatto ambientale, sociale ed economico delle proprie attività.
Per le SRL e le PMI italiane in generale, è fondamentale comprendere se e quando dovranno conformarsi a questi obblighi e come prepararsi adeguatamente per affrontare questa transizione. Questo articolo esplora il panorama normativo in evoluzione e fornisce una guida pratica per navigare nel mondo della rendicontazione non finanziaria.
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Cosa imparerai in questo articolo:
- Quali aziende dovranno obbligatoriamente redigere un bilancio di sostenibilità dal 2025
- Le recenti modifiche normative che hanno rinviato alcuni obblighi di rendicontazione
- Come lo standard VSME può aiutare le PMI nella rendicontazione volontaria
- Metodi pratici per preparare un bilancio di sostenibilità efficace
Chi dovrà redigere il bilancio di sostenibilità nel 2025?
La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha rivoluzionato il panorama della rendicontazione non finanziaria in Europa, ampliando significativamente il numero di aziende soggette all’obbligo di reporting. Tuttavia, è importante sapere che recentemente c’è stata una modifica significativa alle tempistiche di applicazione.
La direttiva "Stop the Clock": Un rinvio strategico
Il 17 aprile 2025 è entrata in vigore la direttiva UE 2025/794, nota come "Stop the Clock", che ha modificato le scadenze originarie della CSRD. Questo provvedimento ha introdotto un rinvio di due anni per diverse categorie di imprese, dando loro più tempo per prepararsi adeguatamente alla rendicontazione di sostenibilità.
La motivazione principale di questo rinvio è consentire alle aziende di affrontare la transizione verso la rendicontazione di sostenibilità in modo più graduale e meno oneroso, pur mantenendo gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo.
| Data di applicazione | Categoria di imprese | Criteri di inclusione | Modifiche |
|---|---|---|---|
| 1° gennaio [2024](https://www.srlonline.com/pianificare-il-2024-business-intelligence-per-turismo-e-ristorazione/) | Grandi imprese quotate già soggette alla NFRD | Enti di interesse pubblico con più di 500 dipendenti | Nessun rinvio |
| 1° gennaio 2027 | Grandi imprese non quotate | Aziende che superano due dei tre criteri: >250 dipendenti, >25M€ stato patrimoniale, >50M€ ricavi | Rinviato dal 2025 |
| 1° gennaio 2028 | PMI quotate, istituti di credito piccoli, imprese di assicurazione captive | PMI quotate (escluse le microimprese) | Rinviato dal 2026 |
| 1° gennaio 2029 | [Società](https://www.srlonline.com/costi-di-costituzione-e-gestione-annuale-di-una-srl-una-guida-dettagliata/) extra-UE | Fatturato netto nell’UE >150M€ e almeno una filiale o succursale nell’UE | Nessun cambiamento |
Nota importante:
Le SRL e altre PMI non quotate rimangono escluse dall’obbligo diretto di rendicontazione secondo la CSRD. Tuttavia, molte potrebbero trovarsi a dover fornire dati di sostenibilità su richiesta dei propri clienti più grandi che, a loro volta, devono rendicontare anche gli impatti della propria catena di fornitura.
Perché prepararsi anche se non obbligati?
Anche se la tua SRL non rientra nelle categorie soggette all’obbligo di rendicontazione di sostenibilità, esistono numerosi motivi per considerare l’adozione volontaria di queste pratiche. La rendicontazione non finanziaria non è solo una questione di conformità normativa, ma rappresenta un’opportunità strategica per migliorare la competitività e la resilienza aziendale.
Pressione della catena di fornitura
Le grandi aziende soggette alla CSRD devono rendicontare gli impatti della loro intera catena del valore. Questo significa che richiederanno sempre più dati ESG ai loro fornitori, incluse le PMI. Prepararsi in anticipo ti permetterà di rispondere prontamente a queste richieste.
Accesso agevolato ai finanziamenti
Banche e investitori valutano con crescente attenzione i criteri di sostenibilità prima di concedere prestiti o investimenti. Un bilancio di sostenibilità ben strutturato può facilitare l’accesso a finanziamenti a condizioni più favorevoli.
Vantaggio competitivo sul mercato
La rendicontazione di sostenibilità può differenziare la tua impresa dalla concorrenza, dimostrando trasparenza e responsabilità verso consumatori e partner commerciali sempre più attenti alle tematiche ambientali e sociali.
La preparazione graduale alla rendicontazione di sostenibilità consente inoltre di identificare in anticipo rischi e opportunità legati a temi ambientali, sociali e di governance, favorendo una gestione più efficace e lungimirante dell’impresa nel suo complesso.
"Anticipare la rendicontazione di sostenibilità non è solo una questione di compliance, ma un’opportunità per ripensare il proprio business in ottica strategica e prepararsi alle sfide future del mercato."
Lo standard VSME: La soluzione per le PMI
Per facilitare la transizione delle PMI verso la rendicontazione di sostenibilità, l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha sviluppato il VSME Standard (Voluntary Sustainability Reporting Standard for SMEs), uno standard volontario specificamente pensato per le piccole e medie imprese che desiderano intraprendere il percorso della rendicontazione non finanziaria.
Un approccio proporzionato e modulare
Il VSME Standard è stato progettato tenendo conto delle specifiche esigenze e risorse delle PMI, offrendo un approccio proporzionato ma comunque allineato con gli standard più complessi applicabili alle grandi imprese. La struttura modulare consente una flessibilità nell’adozione, permettendo alle imprese di iniziare con un livello base per poi eventualmente ampliare la propria rendicontazione in futuro.
Modulo Base (Basic Module)
Rappresenta il requisito minimo per tutte le imprese che adottano lo standard VSME, ed è particolarmente adatto alle microimprese. Include:
- B1-B2: Informazioni generali sull’azienda e approccio alla sostenibilità
- B3-B7: Metriche ambientali (energia, emissioni, inquinamento, biodiversità, acqua, rifiuti)
- B8-B10: Metriche sociali (caratteristiche forza lavoro, salute e sicurezza, remunerazione)
- B11: Metriche di governance (corruzione e tangenti)
Modulo Completo (Comprehensive Module)
Facoltativo e complementare al Modulo Base, fornisce informazioni aggiuntive spesso richieste da banche, investitori e grandi clienti. Include:
- C1-C2: Strategia e modello di business
- C3-C4: Target di riduzione GHG e rischi climatici
- C5-C7: Metriche sociali avanzate (diversità, diritti umani)
- C8-C9: Aspetti specifici di governance
Questa struttura progressiva permette alle PMI di iniziare con il Modulo Base, concentrandosi sulle metriche essenziali, e di valutare successivamente l’opportunità di adottare anche il Modulo Completo in base alle proprie esigenze e a quelle dei propri stakeholder.
Principio "if applicable":
Un aspetto chiave dello standard VSME è il principio "se applicabile", che consente alle imprese di omettere determinate disclosure quando non sono rilevanti per il proprio business, semplificando notevolmente il processo di rendicontazione.
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Come preparare un bilancio di sostenibilità: Guida pratica
La preparazione di un bilancio di sostenibilità richiede un approccio metodico e strutturato. Ecco una guida pratica per aiutare la tua impresa a intraprendere questo percorso in modo efficace.
Fase 1: Analisi di materialità
L’analisi di materialità è il punto di partenza fondamentale per identificare gli aspetti di sostenibilità più rilevanti sia per l’azienda che per i suoi stakeholder. Questo processo aiuta a focalizzare il bilancio sugli aspetti veramente significativi.
Le attività principali di questa fase includono l’identificazione degli stakeholder principali (dipendenti, clienti, fornitori, comunità locale), la mappatura dei temi di sostenibilità potenzialmente rilevanti per il tuo settore e la valutazione dell’importanza di ciascun tema sia dal punto di vista interno che degli stakeholder.
Fase 2: Raccolta dati
Una volta identificati i temi materiali, è necessario raccogliere i dati relativi a ciascun aspetto rilevante. Questa fase richiede un coordinamento tra vari dipartimenti aziendali.
| Area | Dati essenziali | Fonti interne |
|---|---|---|
| Ambientale | Consumi energetici, emissioni GHG, prelievi idrici, produzione rifiuti | Bollette, registri di consumo, schede tecniche |
| Sociale | Dati organico, infortuni, [formazione](https://www.srlonline.com/voucher-formazione-digitale-valle-daosta-per-il-2024-e-2025/), diversità | HR, registro infortuni, piani formazione |
| Governance | Politiche aziendali, certificazioni, sanzioni | Ufficio legale, amministrazione |
Fase 3: Strutturazione e redazione
La fase di redazione richiede di organizzare i dati raccolti in un documento coerente e accessibile. Seguendo lo standard VSME, il bilancio dovrebbe includere:
Struttura suggerita per il bilancio di sostenibilità
- Lettera agli stakeholder – Breve introduzione da parte del management
- Profilo aziendale – Descrizione dell’organizzazione e del contesto operativo
- Approccio alla sostenibilità – Politiche, pratiche e obiettivi dell’azienda
- Performance ambientale – Dati e metriche relative all’impatto ambientale
- Performance sociale – Informazioni su dipendenti, salute e sicurezza
- Performance di governance – Aspetti etici e di trasparenza
- Obiettivi futuri – Piano d’azione per migliorare le performance
Fase 4: Verifica e pubblicazione
Prima della pubblicazione, è importante verificare l’accuratezza e la completezza del bilancio attraverso una revisione interna da parte di responsabili di diverse aree aziendali e, se possibile, un controllo da parte di consulenti esterni specializzati.
Un investimento strategico per il futuro
Preparare il bilancio di sostenibilità richiede impegno, ma rappresenta un investimento strategico per migliorare la gestione dei rischi ESG, rafforzare la reputazione aziendale, soddisfare le aspettative crescenti di clienti e partner commerciali e anticipare futuri sviluppi normativi.
Che la tua SRL sia obbligata o meno a redigerlo dal 2025, iniziare ora il percorso verso la rendicontazione di sostenibilità rappresenta una scelta lungimirante che può tradursi in concreti vantaggi competitivi. Non aspettare che diventi un obbligo: trasforma la sostenibilità in un’opportunità per la tua azienda.
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Fonti
- [Direttiva UE 2025/794 – Stop the Clock](https://www.osservatoriobilancisostenibilita.it/stop-the-clock-entra-in-vigore-la-direttiva-ue-2025-794-che-modifica-csrd-e-csddd/)
- [VSME Standard – EFRAG](https://www.efrag.org/sites/default/files/sites/webpublishing/SiteAssets/VSME%20Standard.pdf)
- [Bilancio di sostenibilità obbligatorio 2025](https://page.greenfutureproject.com/it/making-impact-possible-a-green-future-project-blog/per-chi-sar%C3%A0-obbligatorio-il-bilancio-di-sostenibilit%C3%A0-nel-2025)

Rosario Emmi
Autore
Dottore Commercialista e Founder di Proclama SPA tra professionisti. Specializzato in startup e PMI innovative, equity crowdfunding, e-commerce e digitalizzazione dei processi aziendali. Autore per Partitaiva.it su temi di intelligenza artificiale applicata alla professione contabile e innovazione digitale.
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